Panzer VI Tiger I
Il Panzer VI Tiger I (abbreviazione di Panzerkampfwagen VI
Tiger I, numero di identificazione dell'esercito Sd.Kfz. 181) fu uno dei più
famosi carri armati pesanti prodotti dalla Germania
durante la seconda guerra mondiale. Sviluppato nel
1942 in risposta ai mezzi corazzati messi in campo dall'Unione
Sovietica, fu il primo carro armato della Wehrmacht
a montare un cannone da 88 mm e venne impiegato, solitamente in battaglioni corazzati indipendenti, in
tutti i fronti di guerra.
Il veicolo, benché dalle caratteristiche formidabili e
temuto dagli avversari, si rivelò costoso da costruire e ne vennero realizzati
solo 1300 esemplari, e fu affetto da svariati problemi di trazione, senza
contare la ridotta autonomia causata dal suo elevato peso, che lo rallentava
specialmente su terreni accidentati.
Il soprannome "Tiger" gli venne dato dal progettista Ferdinand Porsche, mentre il numero romano "I" venne introdotto quando iniziò ad essere prodotto il Tiger II.
Storia e caratteristiche
Nel 1937-1938 i vertici militari dell'esercito tedesco cominciarono ad ipotizzare un nuovo carro armato per rimpiazzare il Panzer IV. Vennero stesi alcuni progetti, ma nessuno entrò in produzione e la situazione rimase sostanzialmente ferma fino al 1941, quando venne commissionato alla Henschel & Sohn un prototipo di un carro da 36 tonnellate, in grado di raggiungere i 40 km/h e con corazza ed armamento pesante. Il progetto, denominato VK 3601 sfociò nell'effettiva costruzione del prototipo, ma ulteriori sviluppi vennero bloccati nel mese di maggio, quando venne ordinato un nuovo prototipo da 45 t e armato con la versione anticarro del cannone antiaereo 8,8 cm FlaKFu richiesto alla Henschel di completare il prototipo per il successivo compleanno del Führer (20 aprile 1942), perciò l'azienda cominciò a lavorare su un precedente progetto (VK 3001(H)) inizialmente studiato per il Panzer V Panther Mentre la Henschel portava avanti il suo VK 4501(H), anche la Porsche iniziò a lavorare alla richiesta dell'esercito con il progetto VK 4501 (P) (Panzer VI Tiger (P)). Entrambi i prototipi furono pronti per la data designata ma alla fine, nell'agosto 1942, solo l'idea della Henschel venne ammessa alla produzione di massa sotto il nome ufficiale di Panzerkampfwagen VI Ausf. E (numero di identificazione Sd.Kfz. 181).
L'armamento principale era costituito dal cannone anticarro 8,8 cm KwK 36 L/56 da 88 mm (lungo 56 calibri) che, installato in torretta e protetto da una pesante scudatura d'acciaio spessa 110 mm, era in grado di perforare qualunque carro statunitense o britannico a più di 1.500 m di distanza, con l'eccezione dell'M26 Pershing, mentre con i carri pesanti sovietici del tipo JS-2 si rivelava inefficace, con penetrazioni possibili sul frontale soltanto entro i 300 m. Nella torretta era installata anche una mitragliatrice MG 34 da 7,92 mm coassiale al cannone che veniva azionata dal puntatore mediante un pedale; mentre un'altra arma dello stesso tipo era posizionata nella parete anteriore destra dello scafo. Le sospensioni erano a barra di torsione e, per diminuire la pressione sul terreno del carro, furono adottati cingoli larghi 725 mm, che potevano essere sostituite da cingoli più stretti da 520 mm per il trasporto del Tiger su ferrovia o per marce verso il fronte. Il suo potente motore Maybach HL230P45 da 12 cilindri a V 60° a benzina richiedeva una costante manutenzione e soprattutto una gran quantità di carburante (il serbatoio da 540 litri era sufficiente per soli 195 km su strada, molto meno in condizioni di terreno accidentato), che l'esercito tedesco non fu più in grado di fornire nelle ultime fasi del conflitto.
Al momento del suo ingresso nel conflitto, nel 1942, il
Tiger aveva un cannone estremamente potente e una corazzatura notevole, ma era
complicato e difficile da produrre, essendo inoltre soggetto a svariati
problemi alla trazione, specialmente su terreni accidentati. Con il seguito della
guerra la potente corazzatura del Tiger I risultò progressivamente vulnerabile
alle nuove e più efficaci armi anticarro avversarie: il cannone D-25 da
122 mm sovietico poteva penetrare il frontale del Tiger I fino a
1.500 m di distanza mentre il 17 libbre
britannico poteva riuscirci frontalmente fino a 1.700 metri con i tradizionali
proiettili APCBC (Armour Piercing Capped Balistic Cap – perforanti con
protezione balistica). A causa di ciò la produzione venne progressivamente
ridotta fino a cessare completamente nell'agosto del 1944 dopo che erano
entrati in linea circa 1.350 esemplari.
Per la realizzazione ho scelto il kit della Tamiya (32504)
in scala 1/48 che mi ha permesso di cimentarmi in alcune modifiche per
una versione più vissuta.
Ho sostituito i parafanghi laterali originali in plastica con
dei particolari in lamierino d’ottone leggermente danneggiati, così come a
volte evidenziato su delle foto originali.
Sono state aggiunte delle grate in fotoincisione sulle prese
d’aria del motore.
Per il resto ho utilizzato il materiale presente nel kit.
il modello della Tamiya anche in questa scala presenta particolari stampati senza bave e ritiri e per questo modello la parte inferiore dello scafo non è in plastica ma in metallo
nella modifica sono state inserite solo 3 sezioni di parafanghi su le 4 previste sul mezzo
il modello è stato poi testurizzato con dello stucco e della colla liquida , per aumentare l'irregoartità delle superfici
alcune parti hanno avuto bisogno di piccole stuccature
dopo una verniciatura omogena di Panzer Grey, alcune sezioni sono state leggermente schiarite ad aerografo
sulle parti inferiori ho passato una velatura ad aerografo di marrone a simulare lo sporco del terreno accumulato sul mezzo
le ruote sono state colorate singolarmente
la scelta della base è caduta su una tavoletta di multistrato spessa 12mm di dimensioni poco più grandi del modello alla quale sono stati smussati i contorni con una fresa e dopo una verniciatura con mordente ad acqua sono state passate due mani di trasparente turapori lucido
per accentuare la profondità sul modello ho eseguito un lavaggio ad olio con i colori "bitume" e "ocra", enfatizzando successivamente alcuni particolari e sezioni con vari colori ad olio non diluiti, poi spazzolati con un pennello a simulare tracce di sporco e colature di liquidi
lasciando parte della superficie orizzontale priva di rivestimento
dopo aver incollato dei materaili inerti sul DAS a simulare le irregolarità del terreno e l'erba, ne ho iniziato la verniciatura ad aerografo con dei colori tamiya
dopo vari passaggi di colore sul particolare finito ho passato una mano di trasparente opaco.
per aumentare il realismo ho applicato con del vinavil un mix di polveri, sabbia e altri materiali a simulare il fango e la sporcizia che rimavena sul mezzo durante l'operatività
sulle stesse zone ho poi passato alcune velature ad aerografo con del colore a simulare la polvere
per completare l'effetto ho eseguito del lavaggio selettivo con del colore ad olio (bitume) sulle stesse zone
prima di incollare il modello sulla base ho eseguito un dry brashing su tutte le superfici a rilievo con un colore di contrasto (Vallejo 70976/buff) e successivamente ho passato una mano di trasparente satinato ad aerografo su tutto il modello
l'effetto del modello completato fissato sul terreno che non ricopre completamente la superfice superiore della basetta è buona.
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