venerdì 28 ottobre 2016

Sd.Kfz. 181 - PANZER VI - UNA TIGRE FUORI DAL COMUNE




Panzer VI Tiger I


Il Panzer VI Tiger I (abbreviazione di Panzerkampfwagen VI Tiger I, numero di identificazione dell'esercito Sd.Kfz. 181) fu uno dei più famosi carri armati pesanti prodotti dalla Germania durante la seconda guerra mondiale. Sviluppato nel 1942 in risposta ai mezzi corazzati messi in campo dall'Unione Sovietica, fu il primo carro armato della Wehrmacht a montare un cannone da 88 mm e venne impiegato, solitamente in battaglioni corazzati indipendenti, in tutti i fronti di guerra.




Il veicolo, benché dalle caratteristiche formidabili e temuto dagli avversari, si rivelò costoso da costruire e ne vennero realizzati solo 1300 esemplari, e fu affetto da svariati problemi di trazione, senza contare la ridotta autonomia causata dal suo elevato peso, che lo rallentava specialmente su terreni accidentati.


Il soprannome "Tiger" gli venne dato dal progettista Ferdinand Porsche, mentre il numero romano "I" venne introdotto quando iniziò ad essere prodotto il Tiger II.



Storia e caratteristiche

Nel 1937-1938 i vertici militari dell'esercito tedesco cominciarono ad ipotizzare un nuovo carro armato per rimpiazzare il Panzer IV. Vennero stesi alcuni progetti, ma nessuno entrò in produzione e la situazione rimase sostanzialmente ferma fino al 1941, quando venne commissionato alla Henschel & Sohn un prototipo di un carro da 36 tonnellate, in grado di raggiungere i 40 km/h e con corazza ed armamento pesante. Il progetto, denominato VK 3601 sfociò nell'effettiva costruzione del prototipo, ma ulteriori sviluppi vennero bloccati nel mese di maggio, quando venne ordinato un nuovo prototipo da 45 t e armato con la versione anticarro del cannone antiaereo 8,8 cm FlaK
Fu richiesto alla Henschel di completare il prototipo per il successivo compleanno del Führer (20 aprile 1942), perciò l'azienda cominciò a lavorare su un precedente progetto (VK 3001(H)) inizialmente studiato per il Panzer V Panther Mentre la Henschel portava avanti il suo VK 4501(H), anche la Porsche iniziò a lavorare alla richiesta dell'esercito con il progetto VK 4501 (P) (Panzer VI Tiger (P)). Entrambi i prototipi furono pronti per la data designata ma alla fine, nell'agosto 1942, solo l'idea della Henschel venne ammessa alla produzione di massa sotto il nome ufficiale di Panzerkampfwagen VI Ausf. E (numero di identificazione Sd.Kfz. 181).
L'armamento principale era costituito dal cannone anticarro 8,8 cm KwK 36 L/56 da 88 mm (lungo 56 calibri) che, installato in torretta e protetto da una pesante scudatura d'acciaio spessa 110 mm, era in grado di perforare qualunque carro statunitense o britannico a più di 1.500 m di distanza, con l'eccezione dell'M26 Pershing, mentre con i carri pesanti sovietici del tipo JS-2 si rivelava inefficace, con penetrazioni possibili sul frontale soltanto entro i 300 m. Nella torretta era installata anche una mitragliatrice MG 34 da 7,92 mm coassiale al cannone che veniva azionata dal puntatore mediante un pedale; mentre un'altra arma dello stesso tipo era posizionata nella parete anteriore destra dello scafo. Le sospensioni erano a barra di torsione e, per diminuire la pressione sul terreno del carro, furono adottati cingoli larghi 725 mm, che potevano essere sostituite da cingoli più stretti da 520 mm per il trasporto del Tiger su ferrovia o per marce verso il fronte. Il suo potente motore Maybach HL230P45 da 12 cilindri a V 60° a benzina richiedeva una costante manutenzione e soprattutto una gran quantità di carburante (il serbatoio da 540 litri era sufficiente per soli 195 km su strada, molto meno in condizioni di terreno accidentato), che l'esercito tedesco non fu più in grado di fornire nelle ultime fasi del conflitto.




Al momento del suo ingresso nel conflitto, nel 1942, il Tiger aveva un cannone estremamente potente e una corazzatura notevole, ma era complicato e difficile da produrre, essendo inoltre soggetto a svariati problemi alla trazione, specialmente su terreni accidentati. Con il seguito della guerra la potente corazzatura del Tiger I risultò progressivamente vulnerabile alle nuove e più efficaci armi anticarro avversarie: il cannone D-25 da 122 mm sovietico poteva penetrare il frontale del Tiger I fino a 1.500 m di distanza mentre il 17 libbre britannico poteva riuscirci frontalmente fino a 1.700 metri con i tradizionali proiettili APCBC (Armour Piercing Capped Balistic Cap – perforanti con protezione balistica). A causa di ciò la produzione venne progressivamente ridotta fino a cessare completamente nell'agosto del 1944 dopo che erano entrati in linea circa 1.350 esemplari. 




Per la realizzazione ho scelto il kit della Tamiya (32504) in scala 1/48 che mi ha permesso di cimentarmi in alcune modifiche per una versione più vissuta.


Ho sostituito i parafanghi laterali originali in plastica con dei particolari in lamierino d’ottone leggermente danneggiati, così come a volte evidenziato su delle foto originali.



Sono state aggiunte delle grate in fotoincisione sulle prese d’aria del motore.

Per il resto ho utilizzato il materiale presente nel kit.

  il modello della Tamiya anche in questa scala presenta particolari stampati senza bave e ritiri e  per questo modello la parte inferiore dello scafo non è in plastica ma in metallo


nella modifica sono state inserite solo 3 sezioni di parafanghi su  le 4  previste sul mezzo
 il modello è stato poi testurizzato con dello stucco e della colla liquida , per aumentare l'irregoartità delle superfici

 alcune parti hanno avuto bisogno di piccole stuccature

nella modifica realizzata ho eliminato anche il parafango anteriore destro per rendere più vissuto il soggetto


 dopo una verniciatura omogena di Panzer Grey, alcune sezioni sono state leggermente schiarite ad aerografo





 sulle parti inferiori ho passato una velatura ad aerografo di marrone a simulare lo sporco del terreno accumulato sul mezzo


 le ruote sono state colorate singolarmente
 la scelta della base è caduta su una tavoletta di multistrato spessa 12mm di dimensioni poco più grandi del modello alla quale sono stati smussati i contorni con una fresa e dopo una verniciatura con mordente ad acqua sono state passate due mani di trasparente turapori lucido




 per accentuare la profondità sul modello ho eseguito un lavaggio ad olio con i colori "bitume"  e "ocra", enfatizzando successivamente alcuni particolari e sezioni con vari colori ad olio non diluiti, poi spazzolati con un pennello a simulare tracce di sporco e colature di liquidi


 dopo aver mascherato la basetta con del nastro adesivo in carta ho applicato del "DAS" per simulare il terreno per una sezione leggermente più grande del modello ma inferiore alla superfice della base





 lasciando parte della superficie orizzontale priva di rivestimento




 dopo aver incollato dei materaili inerti sul DAS a simulare le irregolarità del terreno e l'erba, ne ho iniziato la verniciatura ad aerografo con dei colori tamiya

 dopo vari passaggi di colore sul particolare finito ho passato una mano di trasparente opaco.





 per aumentare il realismo ho applicato con del vinavil un mix di polveri, sabbia e altri materiali a simulare il fango e la sporcizia che rimavena sul mezzo durante l'operatività



 sulle stesse zone ho poi passato alcune velature ad aerografo con del colore a simulare la polvere



 per completare l'effetto ho eseguito del lavaggio selettivo con del colore ad olio (bitume) sulle stesse zone


 prima di incollare il modello sulla base ho eseguito un dry brashing su tutte le superfici a rilievo con un colore di contrasto (Vallejo 70976/buff)  e successivamente ho passato una mano di trasparente satinato ad aerografo su tutto il modello



  l'effetto del modello completato fissato sul terreno che non ricopre completamente la superfice superiore della basetta è buona.





i materiali inerti applicati sul treno di rotolamento del modello creano un effetto realistico 














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