Il Mark I fu il primo carro armato sviluppato dal Regno Unito. I primi esemplari entrarono in servizio sul Fronte Occidentale nel settembre 1916.
Evoluzione del Little Willie, sviluppato nel 1915, nasceva come strumento per riprendere l'offensiva in un contesto bellico nel quale l'avanzata delle truppe di fanteria era impossibilitata da trincee e nidi di mitragliatrice. Inizialmente l'impiego del Mark I non riportò successi significativi, perché furono utilizzati in piccole quantità e piagati da ogni sorta di problema meccanico. I tipi successivi, Mk II, III, IV e V, erano veicoli progressivamente migliori soprattutto nella meccanica e prodotti in quantità rilevanti, specie l'Mk IV e V.
Il modello
di serie era quasi identico al prototipo del Mother, se si eccettua la
costruzione non più in lamiere per caldaie ma in piastre da corazza (lamiere
scudo) e un armamento potenziato. Furono infatti previste due varianti: maschio
e femmina, prodotte in egual numero. Il maschio conservò i due cannoni Hotchkiss 57
mm e i tre mitragliatori Hotchkiss da .303,
cui ne fu aggiunto un quarto impiegabile da una postazione frontale, mentre la
femmina ebbe quattro mitragliatrici Vickers
raffreddate ad acqua (due in ciascuna gondola) più due Hotchkiss e risultò più
leggero di circa una tonnellata.
I cingoli
erano costituiti da 90 maglie larghe 53 cm. Ognuna era dotata di due
giunti rivettati e collegata alle adiacenti con un perno ovale assicurato da
una coppiglia divaricabile. Nella parte superiore del carro il cingolo scorreva
su due lunghe rotaie e dieci rulli di bronzo; inferiormente su ventisei paia di
rulli (uno su tre flangiato). Ovviamente, la sospensione era rigida. Le ruote
motrici erano situate posteriormente; quelle anteriori di rinvio erano
provviste di tendicingolo.
Il motore
era un sei cilindri raffreddato ad acqua, collegato mediante un albero alla
scatola cambio; sopra di questo si trovava la manovella d'avviamento e, sotto,
una cassetta per attrezzi.
Posteriormente, la dinamo per le luci. La scatola
cambio aveva ai lati altre due scatole ingranaggi, collegate con un
differenziale e manovrate ciascuna mediante leve da due uomini. Seguiva il
radiatore tubolare con ventola che prendeva aria dall'esterno tramite una
piccola griglia ricavata a sinistra della lamiera posteriore dello scafo. Lungo
la parte posteriore di ognuna delle due fiancate passava la catena di
trasmissione che collegava la ruota dentata di ogni cambio secondario
all'ingranaggio della ruota motrice.
Per comunicare con il resto dell'equipaggio, il pilota era costretto a battere colpi sul cofano e poi fare segnalazioni con le dita in base ad un codice concordato.
Per la realizzazione del modello ho scelto di utilizzare il kit della Emhar in scala 1/72 nella versione Mk IV Female, inserito nel suo contesto operativo ideale le trincee nemiche.
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