Il BAe Harrier Gr.5 fa parte della seconda generazione degli aerei a decollo verticale (V/STOL) della famiglia Harrier. L'evoluzione venne sviluppata dalla BAe per realizzare una versione migliorata e più moderna dell'Harrier, che aveva operato brillantemente anche durante la guerra delle Falkland.
Grazie ad un'ala di grande superficie totalmente di nuova concezione e ad un motore potenziato rispetto all'originale, il nuovo Harrier ha prestazioni migliori, a parte la velocità massima (che è inferiore). Due cannoni ADEN da 30 mm costituiscono il potente armamento imbarcato, nonostante la piccola mole complessiva della macchina, mentre possono essere disponibili fino a 9 piloni di aggancio per 4.700 chili di carico per le missioni d'attacco ed intercettazione.
Il più grave limite della nuova versione è la mancanza di un radar multimodale come quello installato sull'AV8-B Harrier II statunitense, che conferisce all'agile macchina V/STOL capacità di piattaforma missilistica ed attacco ognitempo. Infatti, la versione inglese può utilizzare come armi aria-aria solo missili a guida termica.
Storia del progetto
Negli anni
settanta, la inglese Hawker Siddeley e la statunitense McDonnell Douglas
siglarono un accordo di cooperazione per dare un successore allo Harrier. La
nuova macchina, denominata Harrier II registrò un incremento dei costi tale da
far ritirare la Hawker Siddeley dal progetto. La McDonnel Douglas continuò autonomamente,
visto l'interesse del corpo dei Marines statunitensi per un velivolo che
potesse operare anche dalle portaelicotteri d'assalto della classe Tarawa; alla
fine degli anni Settanta, la Hawker Siddeley decise di rientrare nel progetto,
acquisendo due cellule di AV-8B, che era la denominazione statunitense della
macchina, e continuando lo sviluppo autonomamente, con la McDonnell Douglas
come subfornitore.
La versione
inglese, rispetto allo Harrier originale, ha subito estensive modifiche sui
materiali e sulle superfici alari che adesso risultano formate da un'ala in un
unico pezzo, irrobustita e dotata di un numero maggiore di piloni (fino a 9 nel
GR.7), Anche nella fusoliera, l'alluminio è stato sostituito largamente da
materiali compositi.
Per la
realizzazione del kit ho utilizzato la scatola dell’ITALERI cat. 183, in scala
1/72.
Il modello
risulta stampato con pannellature in positivo e risente della vetustà della sua
realizzazione,
il cockpit e stato arricchito utilizzando un seggiolino in metallo
dell’AEROCLUB, per il resto tutto da scatola, con qualche piccola auto costruzione.
Ho deciso di
non utilizzare i carichi da applicare sui piloni presenti sulle ali,
arricchendoli solo con i maccanismi di stabilizzazione auto costruiti,
ho poi aggiunto
alcuni sensori presenti sulla fusoliera e sulla ali,
ho modificato le prese d’aria
aggiuntive presenti sul perimetro delle prese d’aria principali, che risultano
parzialmente aperte in fase di velivolo in sosta,
o poi
realizzato l’aerofreno presente nella parte inferire della fusoliera che nel
kit è assente, creando il vano e ricostruendo il pannello mobile che normalmente
risulta aperto in sosta,
la sessa cosa è
stata effettuata per il deviatore di flusso presente subito dopo il carrello
anteriore che non era presente nel kit e
risulta normalmente aperto in stazionamento a terra.
Le decal sono
state utilizzate quelle fornite nel kit
Dopo la
colorazione, sul modello ho poi steso una vernice trasparente opaca della
Vallejo air, per uniformare i trattamenti effettuati.
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