LA STORIA
Il Panzer
II, abbreviazione del nome completo Panzerkampfwagen II, il cui
numero di identificazione dell'esercito era Sd.Kfz. 121, fu un carro
armato tedesco progettato nei primi anni trenta come
rimpiazzo del blindato leggero Panzer I.
Nonostante
il progetto dovesse solo fungere da anticamera per i più avanzati Panzer III e Panzer
IV, il Panzer II costituì il nerbo delle divisioni corazzate tedesche durante
le campagne di Polonia e di Francia, venendo utilizzato anche durante l'invasione
dell'URSS nel 1941, dimostrando però parametri superati: ritirato quasi
completamente dalla prima linea tra il 1942 e il 1943, fu relegato a compiti di
addestramento, mantenimento dell'ordine pubblico e lotta antipartigiana; il
versatile scafo fu invece riutilizzato per diversi progetti di semoventi e
cacciacarri.
SVILUPPO
il Waffenamt
(Ufficio Armamenti) ordinò nel luglio del 1934 un carro armato leggero migliore
del Panzer I: le specifiche includevano un peso massimo di 10 tonnellate e un
cannone da 20 mm automatico come armamento principale. All'inizio del 1935
la Daimler-Benz AG, la Krupp AG, la Henschel & Sohn e la MAN AG
presentarono i rispettivi prototipi, che ebbero la denominazione ufficiale di Landwirtschraftlicher
Schlepper 100 (trattore agricolo 100, abbreviato in LaS 100): infatti la Germania,
in ottemperanza al trattato di Versailles, non avrebbe potuto sviluppare
determinati mezzi bellici e armamenti, e fu utilizzato l'espediente del
trattore per aggirare l'ostacolo. Il nuovo carro armato divenne noto negli
ambienti militari come 2 cm MG Panzerwagen, ed ebbe la
supplementare designazione di Versuchtkraftfahrzeug 622 (VK 622).
L'UTILIZZO
Per portare aiuto all'alleato italiano, invischiato sul fronte greco-albanese, e invadere la Jugoslavia colpevole di aver abbandonato il Patto Tripartito, Hitler ordinò di attaccare i Balcani: per l'operazione l'esercito contava 260 Panzer II.
sistemi di rotolamento utilizzati nelle versioni realizzate del panzere II |
All'inizio dell'Operazione Barbarossa i reparti da ricognizione e i battaglioni corazzati tedeschi riunivano 782 Panzer II che furono intensivamente impiegati; ma fu proprio sul fronte orientale che si palesarono i limiti del mezzo: la corazza troppo sottile ai lati, poca potenza dell'armamento principale, esiguità del numero di membri dell'equipaggio, fattori che lo rendevano assai vulnerabile alle armi anticarro.
Inoltre si rivelarono praticamente impotenti di fronte ai più recenti carri sovietici, quali il T-34. Quando a metà del 1942 i tedeschi ripresero ad avanzare nella Russia meridionale schieravano ancora 381 Panzer II, che calarono rapidamente di numero: l'ultima grande offensiva condotta contro il saliente di Kursk nell'estate del 1943 vide solo 107 veicoli in linea.
Quando gli Alleati sbarcarono in Normandia, i tedeschi contavano tra le forze d'occupazione in Francia alcuni Panzer II, che combatterono nelle successive battaglie. Mentre la guerra che si avviava al termine fu chiaro che il Panzer II era ormai irrimediabilmente surclassato per potenza di fuoco e protezioni: ciononostante al 1º ottobre 1944 ancora 386 erano in servizio, per lo più nelle retrovie. Nei successivi rapporti non ne viene più fatta menzione, escluso un documento del marzo 1945 che indicava 145 carri ancora operativi.
IL MODELLO
per la realizzazione di questo modello ho utilizzato il kit della S-MODEL catalogo PS720122, che produce modelli nella versione Easy Kit, adatti per il gioco e per principianti
il kit è composto di pochi pezzi e presenta il treno di rotolamento già assemblato in un unico pezzo
la versione in mio possesso riproduce un carro provvisto sulla casamatta di una torretta d'osservazione, destinata ad una discreta visibilità del campo di battaglia.
nel kit sono forniti dei particolari in foroincisione e la canna della mitragliatrice in ottone tornito
il modello è stato verniciato in grigio (panzer grey) con i particolari divisi , per permetteren una più semplice colorazione
sul modello ho poi applicato una mano di trasprente lucido (Future), per effettuare i trattamenti di evidenziazione di luci e ombre, con colori ad olio e dry brushing
per la sua collocazione essendo il modello di dimenzione minime ho optato per una basetta ricavata da un profilo in abete di adeguate dimensioni al quale ho smussato gli angoli con una fresa verticale e colorato con mordente ad acqua sul quale è stata applicato un trarente turapori a finitura lucida.
nella zona superiore ho ricreato con del DAS un terreno, sul quale ho applicato dei materiali per riprodurre erba e sassi, successivamento verniciatia d aerografo.
una volta terminato il trattamento di invecchiamento ho applicato le decal fornite nel kit.
il risultato finale è discreto anche se risente della tipologia del modello, destinasto più al gioco che al collezionismo.
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